Scopriamo chi è Valerio Barchi: il disegnatore pellegrino di “Bona Via!”
A.: Valerio, raccontaci un po’ della tua vita e di come è nato il tuo progetto!
V.: Sono nato a Roma nel 1985. Terminati gli studi nel 2004, diciannovenne, sono partito per una vacanza in Spagna, ma in pochi giorni ho trovato un lavoro. Da lì è cominciata una peregrinazione in giro per il mondo che è durata fino al 2015. Per mantenermi ho svolto i mestieri più disparati: postino in Olanda, cameriere ad Istanbul, comparsa a Mumbai, Bangkok e Hanoi, bracciante, insegnante di lingue, operaio, direttore di sala in Australia, barman a Shanghai e Busan. Nel 2018 ormai trentatreenne, per finanziarmi gli studi di lingua cinese a cui mi ero iscritto a Taiwan, ho avuto il mio primo approccio con le arti visive: disegnavo ed acquerellavo su cartolina scorci di vita di strada di Kaohsiung, la città in cui vivevo. Mi piazzavo poi in strada e vendevo le cartoline a donativo. Gli apprezzamenti ricevuti e il successo delle vendite mi hanno incoraggiato, una volta tornato definitivamente in Italia, a proseguire la pratica dell’acquerello, mentre intanto continuavo a lavorare come operatore di call center, comparsa e modello di nudo.
Da lì sono cominciate le mie prime commissioni, tra cui l’illustrazione della guida storico-culturale di Predazzo, mentre nel frattempo mi avvicinavo allo storytelling in forma di fumetto. Nel 2019 ho pubblicato in regime di autoproduzione Ginostra guarda al tramonto, una storia ambientata sull’isola di Stromboli. L’essere stato per lungo tempo lontano dal Mediterraneo mi aveva fatto capire che avevo desiderio di raccontare l’Italia di provincia con gli occhi di un viaggiatore curioso.
Dopo aver percorso una prima volta l’Italia a piedi dalla Val d’Aosta a Roma nel 2017, nel 2020 ho deciso di ripercorrere l’esperienza con il dichiarato scopo di farne un fumetto. Una volta rientrato a Roma mi sono trasferito a vivere in un camper, che è da allora la mia casa e il mio studio. Dagli appunti presi in cammino è nata Bona Via!, una storia di 330 tavole ad acquerello che racconta gli aspetti storici, artistici e spirituali della Via Francigena in chiave umoristica.
A.: Non c’è che dire: una vita piena di viaggi…. Ma ora parlaci di questo meraviglioso progetto grafico che porta il nome di “Bona Via!”
V.: Il fumetto ha l’ambizioso obiettivo di raccontare, passo dopo passo, gli oltre mille chilometri della Via Francigena del nord e tutta la ricchezza che in essi è contenuta. Dai lasciti romani nelle Alpi alla vita contadina della Pianura Padana, dai selvaggi paesaggi dell’appennino tosco emiliano con le loro tradizioni di scalpellini e briganti ai vigneti e le città d’arte della Toscana e della Tuscia.
Parallelamente alla conoscenza storico-artistico-culturale dei luoghi attraversati, corre la narrazione prettamente intima dell’evoluzione formativa del protagonista. Mariolì – questo il nome del personaggio principale, da “Mario” (come ero conosciuto in Sudest Asiatico e Cina, vista la difficoltà per il locali di pronunciare “Valerio”) e “Lee” (il mio nome ufficiale durante i miei corsi di studi a Taiwan) – è un operatore di call center a cui non è stato rinnovato il contratto di lavoro, ed è in attesa di essere ricollocato in un altro call center dall’agenzia interinale a cui è scritto. Decide senza convinzione di mettersi in cammino sulla Via Francigena, in attesa della fatidica chiamata di riassunzione. A quel punto mollerà tutto e tornerà a Roma.
Nelle prime giornate in Val d’Aosta avviene incontro chiave con un personaggio ben noto a tutti i camminatori della Francigena: Sigerico, l’arcivescovo di Canterbury che nel 990 appuntò sul diario tutte le tappe di ritorno da Roma a casa.
Sigerico dà l’opportunità a Mariolì, e al lettore, di conoscere quello che fu il pellegrinaggio nel medioevo, dei passaggi storici più importanti lungo l’itinerario, e con la sua ingenuità ci farà riflettere sulle assurdità della vita moderna, assurdità che diamo tutti per scontato che siano assolutamente normali.
Quando è con Sigerico, Mariolì incontra personaggi non più in vita, ma che in passato sono stati un simbolo per i luoghi in cui si trovavano: Innocenzo Manzetti (il presunto inventore del telefono) ad Aosta, il dipendente Olivetti e partigiano Willy Jervis a Ivrea, San Moderanno a Berceto, il maestro Martini, responsabile del ritrovamento di varie statue stele a Pontremoli, il pittore medievale Bartolo di Fredi autore degli affreschi del Duomo di San Gimignano, e così via.
La presenza di Sigerico, che ci ricorda che niente è permanente, incluso il tempo che abbiamo da vivere, la bellezza dei paesaggi attraversati e la fatica nel farlo, convinceranno Mariolì che svegliarsi ogni mattina per fare qualcosa di non appagante non ha veramente senso.
Quando non è con Sigerico, Valerio gode della compagnia di solitari pellegrini che via via si aggregano fino a fare gruppo. Ognuno di loro cammina per un motivo differente, e camminando si rendono conto che nonostante le differenze sono tutti lì nello stesso flusso: la magia del cammino.