Cosa avviene tra il I e il V sec. d.C. nella Valle del Sorbo?

Dopo la crescita economica, che nel I e II secolo d.C. ha visto, nella zona del Sorbo, molte delle fattorie esistenti trasformarsi in ville, si arriva alla metà del V secolo con una riduzione degli insediamenti tra i quali Monterazzano, Costa d Macchiano e Fontana Nuova. Dopo, per avere una presenza, bisogna saltare direttamente al pontificato di Adriano I (772-795) e alla formazione della Domusculta Capracorum.
La passio S. Alexandri offre al riguardo un’immagine significativa. Ambientata al tempo di Caracalla (211-217 d.C.), la vicenda si sviluppa nell’ambito dei beni dei Severi, comprendenti il mausoleum della famiglia, in costruzione lungo la via Claudia (ossia la Cassia, nella tradizione tardoantica ed alto medievale) al XVII miglio della via Cassia. Successive stratificazioni della vicenda di S. Alessandro, comportano l’aggiunta di particolari ad effetto, quali la distruzione del vicus e delle terme di Baccano a causa di un terremoto.


La prossimità della Cassia e l’attrazione esercitata dai luoghi santi, ne sfrutta l’inserimento nei percorsi di pellegrinaggio da e per Roma, a cominciare dal centro che sorge attorno alla catacomba di S. Alessandro
Particolarmente significativo è l’insediamento, con relativo sepolcreto, scoperto intorno al 1928 sul versante nord-orientale di Monte Razzano, in un terreno di proprietà Gregori, a cui si accede “dalla mulattiera che, distaccandosi dalla carrozzabile per Sacrofano, presso una cava di pietra abbandonata, conduce all’antica chiesa della Madonna del Sorbo”.
I ritrovamenti del VI – VII e VIII sec. d.C.
I lavori agricoli avevano portato alla luce, a meno di 2 metri di profondità, circa 20 deposizioni in fosse terragne. Il materiale raccolto all’interno delle tombe è rappresentato da oggetti di uso quotidiano. Fra questi si distingue, per le figure che la decorano a bassorilievo, una “bottiglietta quadrangolare di vetro verdognolo a collo cilindrico terminato superiormente da imbuto, alta mm 200. Su ciascuna della quattro facce vi è un’edicoletta a rilievo con nel centro un kantharos baccellato su alto piede. Sopra le colonnine è impostato un arco inflesso, od a cinghia, costituito da due delfini con le teste poggiate sui capitelli e le code riunite al vertice dell’arco stesso. Ai lati degli archi ricorre una decorazione a volute in rilievo leggerissimo”, databile al VI-VII secolo e conservata nel Museo Nazionale Romano.
A Campagnano sono rilevanti i materiali scultorei altomedievali (un pilastrino, databile al VI-VII secolo, una formella con orante (Il Tifo) dell’VIII secolo e diversi frammenti marmorei di pluteo con decoro carolingio a bassorilievo, quasi tutti recuperati e murati nel Duomo di S. Giovanni Battista, ricostruito del 1515 sopra l’edificio ecclesiastico di epoca precedente.
Non si conosce l’esatta provenienza di questi reperti, se locale, o dalla curtis domusculta capracorum (Monte Gelato), oppure dal gran numero di chiese distribuite nel territorio, che ancora compaiono nelle bolle pontificie, rilasciate nell’XI secolo alla vicina diocesi di Sylva Candida.

A favore dell’esistenza di una bottega in questa zona, non proprio a Campagnano, depone un’ulteriore porzione di ciborio inedita, riutilizzata in funzione di architrave per un delle feritoie che illuminano la scala a chiocciola all’interno del campanile del duomo.
Il pezzo, irregolare e parzialmente nascosto dalla muratura della quale è stato inserito, non è in marmo o in calcare ma in peperino, impiegato nei pilastrini da balaustra e raramente dei capitelli, dato il suo sviluppo in verticale, per decorare la lastra di ciborio, abbinandolo ad un pavone, del quale risulta visibile l’estremità della coda. Tale accoppiamento non sembra avere altri confronti, divenendo così una peculiarità del territorio di Campagnano in piena età carolingia.

La fondazione della Domusculta Capracorum sancisce un intervento diretto della Chiesa nell’assicurare dei canali simili e paralleli, che garantiscano i rifornimenti di derrate a Roma.
Papa Adriano I (al quale è dedicata una via), la costruisce cominciando ad aggregare una serie di fondi di sua proprietà e i principali prodotti che se ne ricavano sono vinum vero, seu versa legumina quae in praeediis ac locis ipisius antefatae domocultae annue nata fuerint, forse grano per il pane, sed et porcos qui annue in casalibus sepius dictae domocultae inglandanti fuerint, gli stesi incontrati nell’area del Sorbo, distante appena 5 miglia da qui ed interessata dalla presenza di fundi della stessa domusculta che, con una continuità giuridica, si estende sino alla curtis di Monte Gelato.
L’allevamento dei suini è una costante economica che di ripropone agli inizi del XV secolo d.C.

L’allevamento dei suini è una constante economica che ricorre da sempre nel territorio e si ripropone agli inizi del XV secolo, nella leggenda del miracoloso ritrovamento, ad opera di una scrofa, dell’immagine della Vergine, trattenuta dai rami di un albero di Sorbo sulla sommità dell’altura omonima.
Nel racconto del miracolo del Pastorello di maiali del Sorbo, si parla genericamente di un rilievo boscoso, poco frequentato e marginale, tacendo del tutto il ricordo del castrum, sortovi nel IX o agli inizi del X secolo e dell’apertura, attraverso una nuova tagliata, di un percorso stradale più diretto che, transitando sotto il monte Sorbo, risale il cratere in direzione di Monte Razzano e di Campagnano.
Il castrum, o meglio il castellum quod dicitur Sorbo, confermato da Ottone III nel 996, rappresenta una delle molte conferme ai processi insediativi avviatisi nel III secolo d.C. e rimasti invariati anche in coincidenza di eventi traumatici, della costante minaccia di un’invasione longobarda allo scontro con gli Arabi, culminato della battaglia di Baccano del 914.

Sono stati consultati i seguenti titoli:
- La Madonna del Sorbo. Arte e storia di un Santuario della Campagna Romana, a cura di Lanfranco Mazzotti e Mario Sciarra, Gangemi Editore, 2012
- Un paese della campagna romana: Formello. Storia e economia agraria. Piero Ugolini, 1957
- Le carte antiche della magnifica terra di Campagnano, Salomè Schmit, Vecchiarelli, Manziana, 2004
- La campagna romana antica, medievale e moderna – volume I. Giuseppe Tomassetti, – Nuova ed. aggiornata / a cura di Luisa Chiumenti e Fernando Bilancia Firenze : L. S. Olschki, 1980
- Le nostre radici, a cura di Dionisio Moretti ed Elisa Galassetti, Comune di Campagnano di Roma, 1999
- Guide ai servizi delle aree naturali protette del Lazio, Parco Regionale di Veio, 2009
- Il complesso monumentale di S. Maria del Sorbo. Restauro e recupero. Regione Lazio-Comunedi Campagnano di Roma, s.d.
- Guida alla natura delle valli del Sorbo, Giampiero Di Niscia, 2003
- La leggenda del Sorbo, Dionisio Moretti, 2007
- Lo Statuto del Castello di Campagnano del secolo Tredicesimo
- Alla ricerca di erbe nel Parco di Veio, Franco De Santis, Parco di Veio, 2010
- Il Veio illustrato, Carlo Zanchi, 1968
- I minerali del Lazio, Francesco Stoppani, Ezio Curti, Editoriale Olimpia, 1982
(I testi e alcune immagini sono stati elaborati da Valeria Zega e Dionisio Moretti; la traduzione è di Stefano Corsano. Hanno collaborato: Dionisio Moretti, Giulia Fornaciari, Annalisa Venanzini e Paola Spaccia)