“1271: Il Castello di Campagnano e la signoria degli Annibaldi”
La posizione strategica di Campagnano che controlla la viabilità tra la Cassia e la Flaminia

Campagnano è eretto nel Medioevo sulla dorsale di tufo che si snoda tra la valle di Santa Lucia, (Valle delle Fughe) ad est, e quella di Poggio del Melo ad ovest. La sua posizione è strategica in quanto controlla la viabilità che collega la via Cassia alla via Flaminia.
La prima menzione di Campagnano è in un documento del 1076, con il quale il cardinal Falcone, rettore dei SS. Cosma e Damiano, cede vita natural durante, due case in Campagnano, nel luogo detto Posterula (porta minore posteriore). Del 1130 è la bolla di Anacleto II in cui si conferma il possesso di Campagnano al Monastero di S. Paolo.
Nel XIII secolo il Cardinale Riccardo Annibaldi assume la signoria del Castello di Campagnano. La sua famiglia proteggerà il Castello fino alla metà del secolo XIV.

Nel 1286 il feudo è retto da Pietro Annibaldi, succeduto a Riccardo. Il Castello è governato dal feudatario, in armonia con la Comunità dei castellesi.
In un secolo e qualche decennio della signoria degli Annibaldi, vengono erette opere di difesa del Castello e realizzato un secondo fossato a sud dell’abitato.
Il paesaggio castellano e i suoi principali edifici, per gran parte visibili ancora oggi
Il paesaggio castellano consiste nel Monastero di Sant’Andrea, sull’omonimo “monte”, con innanzi la Chiesa dell’Addolorata, al tempo intitolata ai SS. Tiburzio e Valeriano. Tra i due edifici di culto vi era Piazza Sant’Andrea con al centro l’antico pozzo del Monastero ed intorno le botteghe di mastri muratori, fabbri e falegnami.
Tra Monte San Giovanni (il colle tra Vicolo Portuso, Piazza della Corte, oggi Piazza Garibaldi) e Monte Carbonaris (Carronara), vi era il cuore pulsante del Castello, con la Fortezza in pianta quadrata, il Carcere, l’Osteria ed alcune attività commerciali (anche se la maggior parte delle botteghe erano affiancate l’un l’altra in Via San Giovanni, fino a Piazza Fontana Secca). Vi operavano gli speziali, i pizzicagnoli, i tappezzieri con i loro prodotti di canapa e lino, ma anche la bottega di un orafo. Nel Borgo, in quel tempo, erano in funzione ben due Forni.
Gli edifici pubblici più importanti erano il Duomo di San Giovanni Battista, la Chiesa di Sant’Andrea e il Palazzo della Comunità. Quest’ultimo si affacciava su Piazza della Fontana Secca. Il Castello era difeso dalle mura perimetrali e dalle antiche porte del Castello: la Porta Vecchia (in vicolo del Tifo), la Porta delli Monti di Pietro (probabilmente riferita all’antichissimo Oratorio di S. Pietro, in prossimità del Duomo), la Porta la Valle, la Porta da Capo (quella più a nord dell’abitato di cui rimangono evidenti tracce) e la Porta dinanzi a S. Antonio, realizzata nei secoli successivi, nei pressi della Chiesa di Sant’Antonio meglio conosciuta come Chiesa del Gonfalone.
Nel prossimo articolo parleremo della Fortezza e delle Torri del sistema difensivo volute dalla Comunità campagnanese e dalla signoria Annibaldi.
(I testi sono di Dionisio Moretti, alcune immagini sono state riprese da Paola Spaccia, altre dal profilo Instagram di Campagnano e Dintorni).