Le tagliate viarie etrusche segnano il grande lavoro degli etruschi a Campagnano

Le testimonianze più evidenti del passato etrusco campagnanese, sono leggibili nelle tagliate viarie: due di esse sono sulla catena di Monte Lupoli. La prima, più conosciuta, è quella che dalla valle di Baccano conduce alla valle del Sorbo, la strada che fiancheggia la “Cantina Sociale”, risalendo le pendici di Baccano. La seconda, meno nota, è stata individuata dall’archeologo Thomas Ashby: misura un chilometro e ottocento metri. È la più lunga tagliata etrusca individuata nella Campagna Romana. Al suo interno, alcuni decenni or sono, ebbi modo di osservare una schiera di tombe a camera non più sigillate, con all’interno i rialzi tufacei delle sepolture, già violate da tempo da scavi clandestini. Un’altra bellissima tagliata etrusca, meno conosciuta, è quella che, percorrendo la strada dei Mandriali, collega Baccano al centro abitato di Campagnano.

Tra le testimonianze etrusche ancora presenti sul nostro territorio, si staglia l’impotente tagliata viaria che mette in comunicazione la Valle di Baccano con il lago di Martignano, riferibile al VII sec. a.C..
La sporadicità dei rinvenimenti va attribuita ai danni arrecati dall’intensa attività agricola
La presenza etrusca è diffusa su tutto il territorio. Purtroppo la sporadicità dei rinvenimenti va attribuita ai danni arrecati dall’intensa attività agricola con mezzi pesanti, negli ultimi decenni. Per questo gli studiosi e i ricercatori scientifici hanno ottenuto dai loro scavi solo rari rinvenimenti di ceramica, (soprattutto italo-geometrica, italo-corinzia, bucchero, sporadici frammenti arcaici di dolia, di fornelli e contenitori per derrate). I rinvenimenti effettuati presso le località Fosso di Stabiatello, Costa Macchiano, Costa del Follettino, Fosso delle Fontanelle, Costa le Boccette, S. Orsola, sono riconducibili a nuclei abitativi etruschi, attivi nell’VIII e nel VII secolo a.C..
Se la dispersione delle testimonianze antiche è dovuta in buona parte ai pesanti lavori di scasso, avviati massicciamente nel secolo scorso, una parte della dispersione potrebbe essere invece riconducibile a circostanze storiche precise. Tra la fine del VI ed il V secolo a.C., diviene progressivamente influente il peso delle attività agricole nelle campagne veienti, con la preferenza accordata tanto da un’agricoltura estensiva, con abbinamento di olivo e vite ai cereali, quanto alla pastorizia e ad uno sfruttamento delle risorse per ampie superfici.
Gli scavi tufacei etruschi a Campagnano per fini abitativi o per il ricovero degli animali laddove poi sorgerà l’abitato altomedievale

E’ nella parte nord della colata lavica che caratterizza il centro abitato storico di Campagnano in cui è avvenuta nei millenni la più intensa attività di scavo ai fini abitativi o finalizzata al ricovero degli animali. L’intero masso tufaceo della parte terminale dello sperone, è traforato da un sistema di grotte che fanno presumere la presenza di un importante insediamento riferibile alla civiltà etrusca, sul quale, nel X secolo d.C., si sovrapporrà l’abitato altomedievale.
Monte S. Angelo, il più noto degli insediamenti etruschi a Campagnano: oggetto di studio per molti ricercatori

È ad opera degli archeologi ricercatori Cozza e Pasqui il rinvenimento su Monte S. Angelo, il crinale che divide il cratere di Baccano dal lago di Martignano, di un recinto in opera quadrata riferibile al VII sec. a.C.. Sul crinale furono individuati diversi fondi di abitazioni. Il sito fu sicuramente abitato anche in Età Repubblicana. Ancora su Monte S. Angelo, all’interno di alcune tombe a camera, gli studiosi rinvennero un quantitativo di materiale corinzio e, nei pressi, frammenti di oggetti appartenenti ad un Edificio Sacro definito del VII sec. a.C. (foto nn. 6, 7 e 8).
Carlo Zanchi, cittadino campagnanese, avvocato ma appassionato di studi archeologici, nella seconda metà del ‘700, ebbe modo di studiare il nostro territorio. I risultati delle sue ricerche, raccolti nel suo libro “il Vejo illustrato”, pubblicato nel 1768, (foto nn. 9 e 10), offrono un panorama di testimonianze notevolissimo sulle presenze antiche nel territorio tra il lago di Martignano, Baccano, Monte Lupoli e il Sorbo. Per quel che concerne Martignano, lo studioso ipotizza che l’antica città di Artena Etrusca, situata tra Ceri e Vejo, fosse appunto tra la valle di Baccano ed il lago di Martignano, “ove antiche e sode muraglia, ivi tuttavia visibili, di fatto lo dimostrano”. Si può verosimilmente ritenere che l’avvocato Zanchi abbia effettivamente visitato le mura della fortificazione etrusca di monte S. Angelo, dandoci comunque di essa preziosa testimonianza.
Gli altri molteplici insediamenti etruschi nel territorio veiente
Sebbene il sito di monte S. Angelo sia il più noto degli insediamenti etruschi a Campagnano, sappiamo che in quel periodo, quasi tutte le aree collinari, in prossimità di di bacini o corsi d’acqua, erano abitate. È documentata infatti la presenza etrusca nei vicini luoghi di Baccano, in località il Quarticciolo, dove chi scrive, durante i lavori di aratura rinvenne “La tomba del guerriero”, tomba della necropoli orientalizzante del VII secolo a. C.. I reperti rinvenuti nella primavera del 1985, sono stati donati da Giovannina Moretti e dal sottoscritto, al Comune di Campagnano ed esposti nel Museo Civico Archeologico della cittadina. Monte Gemini, la Mola dei Monti e a Vallelunga, come il già noto Monte S. Angelo, erano siti etruschi, parte integrante del territorio veiente.

Altri abitati etruschi, con relative necropoli furono rinvenuti al Sorbo, dove fino a qualche decennio fa era ancora visibile un colombario etrusco, a Selvagrossa, dove fu rinvenuto, tra altri reperti, “Il vaso dei danzatori” a figure rosse. A Poggio del Melo poi, nel luglio del 1910, furono trovati due vasi etruschi bellissimi, venduti clandestinamente ad un antiquario, al quale furono sequestrati dal governo.

(I testi sono stati elaborati da Dionisio Moretti, Annalisa Venanzini e Paola Spaccia.
Alcune immagini sono state riprese da Paola Spaccia e Maria Tacchi, la foto in evidenza è dell’associazione di rievocazione storica Suodales)